Ivan è bello e sorride con i suoi denti candidi, gli occhi
azzurri. Ha sempre un berretto di lana in testa e non gli ho mai visto il colore dei
capelli. La sua bellezza, i suoi modi allegri mi affascinano e rattristano al
tempo stesso. “Riso, pasta o minestrone?”, gli chiedo. “Quello che piace a te”,
mi risponde sempre. Ma questa sera aggiunge: “Qualcosa di tanto caldo, perché
mi hanno rubato il motorino e devo fare strada in bici”. Gli domando dove deve
andare. “Al lavoro, dopo Ponte di Brenta”. Ivan lavora in fabbrica, di notte.
Dalle Cucine popolari fino a Noventa, fino alla Riviera, perso chissà dove,
pedalerà nella notte. Ma è sorridente. Io lo penso nel freddo, mentre raggiunge
la fabbrica. Coraggio, Ivan. Stai attento, accendi i fari della bici, pedala
dritto. Ti aspetto mercoledì prossimo allo sportello numero 4. E spero un giorno tu sia felice, non solo sorridente.
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