Il viaggio
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I tempo, Preludio (Allegro vivace) clicca qui:
Il treno è partito e, appena fuori
dalla stazione, ha trovato presto la sua velocità. È un fuoco la sua corsa, ha
l’impeto degli archetti sulle corde, che si muovono frenetici nella cascata di
semicrome. Sembra un cavallo che ha ritrovato la libertà e che ora corre come
sospinto dal vento in questo galoppo così ritmato e perfetto. Dal finestrino
entrano i colori della terra, dei boschi, del fiume. Mi manca il respiro, sono
felice.
Ma ad un tratto, un lieve
diminuendo: sono i primi violini a placarsi, disegnando un cantabile che calma
l’orizzonte. Si è aperta una radura e, oltre, s’intravvede il mare. La melodia è una carezza: una linea di terzine delicate, come le ginestre che
sfiorano i finestrini.
Ma ritornano all’improvviso gli
scossoni e, infine, una repentina curva: i violoncelli, ostinati e invadenti,
aiutati dalle viole, riprendono con forza a dominare la partitura. Il treno ha
appena inforcato una galleria e le note si fanno misteriose e gravi. Ma non
tarda a ritrovare l’uscita e lo scintillare delle note dei violini ritorna al
riapparire della luce: il treno brilla nella pianura e sale, sospinto dalle ali
degli arpeggi, verso la sua meta. Eccola, si vede in lontananza: inizia dunque
a frenare e, accompagnati da accordi in fortissimo solenni e pieni, in scandito
rallentando, facciamo il nostro trionfale ingresso in stazione.
Una passeggiata
solitaria
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Mi aveva
detto sarebbe venuto a prendermi al binario. Mi aveva detto che avremmo
camminato insieme lungo il viale, tra i vicoli, la gente. Ma già scendendo i
gradini del treno, mi avvolge una nebbia di malinconia. Il tema dei violini è
semplice e struggente: ha una linea pulita che smaschera ogni mia illusione.
Non c’è e non verrà.
Cosa fare? Mi
sento sospinta dalla melodia, dalle figure a tratti dolcemente puntate; esco nel
piazzale, già mi trovo lungo il corso alberato. Inciampo sulle radici, sfioro
cappotti, passeggini, coppie strette negli abbracci sconnessi della camminata
domenicale. La musica ha un timido accelerando, ma ritorna dopo poco al suo
Tempo Primo.
Sono sola.
Il tema
lasciato ai violoncelli un poco mi consola e il riunirsi discreto delle quattro
voci mi rende quella stretta negata.
(... continua)